Da bambina pensavo che l’unico posto in cui volevo andare si chiamava Lontano.
Da grande ho scoperto che in bici nessun posto è Lontano

“Thump thump thump thump thump.
Il fragore sopra di me è assordante.
Thump thump thump thump thump.
Riconosco il suono delle pale di un elicottero – uguale a quello che ho sentito in qualche film di guerra, al cinema.
Apro gli occhi e il cielo mi avvolge, sembra venirmi incontro. Un cielo azzurrissimo, senza l’ombra di una nuvola ma con una enorme palla infuocata al centro.
Avverto un dolore lancinante alla schiena e una sensazione di grande caldo. Marionetta dai fili spezzati, me ne sto accasciata su un asfalto così bollente da cuocerci sopra un hamburger.
Cosa diavolo ci faccio, qui per terra? Provo ad alzare la testa, ma una fitta di dolore netta come una coltellata non me lo permette. Sento la sferza del sole che mi brucia le gambe e il viso. È un sole che non perdona. È il sole del deserto che si stende tra l’Arizona e la California”