IL GIRO 1914, IL PIÙ DURO DI TUTTI – Quei temerari delle macchine a pedali

Il Giro d’Italia 1914, sesta edizione della “Corsa Rosa”, si svolse in 8 tappe dal 24 maggio al 7 giugno 1914, per una lunghezza complessiva di 3.162 km, e fu vinto da Alfonso Calzolari. Fu l’ultimo Giro disputato prima dello scoppio della Grande Guerra ed il primo disputato con classifica generale a tempi anziché a punti.
È ricordato come il Giro più duro dell’epoca eroica del ciclismo. Oltre a cinque tappe su otto oltre i 400 km (e la lunghezza media di tappa più alta di sempre), nel 1914 ci furono: la tappa più lunga mai corsa al Giro, la Lucca-Roma vinta da Costante Girardengo; la velocità media più bassa, 23,374 km/h; il distacco più alto sul secondo (1 ora, 55 minuti e 26 secondi di vantaggio); il maggior tempo di percorrenza di una tappa, 19h 20′ 47″ nella Bari-L’Aquila; il minor numero di corridori al traguardo finale, 8 su 81 partiti.
Contro ogni pronostico una “santona” bolognese – la Sampira – aveva consegnato a Fonso Calzolari una profezia incredibile: “Vincerai il Giro d’Italia, ma prima dovrai patire molte sofferenze e correrai grandi rischi…”. Il Giro 1914, il primo con la classifica a tempi, fu il più duro di sempre. Partirono in 81 e arrivarono in 8. Le proibitive condizioni atmosferiche, le strade dissestate, la lunghezza delle tappe (in media 400 km ciascuna) via via costrinsero alla resa i campioni del “ciclismo eroico” come Ganna e Galetti, Petit Breton e Girardengo, Gerbi e Oriani. Come aveva predetto la veggente trionfò a sorpresa il bolognese Alfonso Calzolari, nonostante gli agguati, le intimidazioni e le scorrettezze di avversari senza scrupoli: a tanto aveva portato la feroce concorrenza fra le aziende produttrici di biciclette. Questo è il racconto di quella storica impresa, di quel memorabile Giro.

SCHEDA TECNICA
  • Dimensione: 15X21
  • Pagine: 112
  • Prezzo: Euro 14,00
  • ISBN: 9788896184042
  • con fotografie

Paolo Facchinetti,
(1938-2014) bolognese, scrittore prolifico, giornalista eclettico, studioso e ricercatore di storia dello sport. È stato direttore del Guerin Sportivo e ha collaborato con molti giornali sportivi.