Il Grande Uruguay dei “Los Invencibles”, una squadra capace di vincere tutto e creare uno stile di gioco per l’epoca altamente particolare e innovativo, passa oggi in secondo piano, accantonato e ignorato dalla frenesia dei ritmi contemporanei, dall’impellenza della fredda attualità, dalla superficialità di certe analisi.
Quell’Uruguay paga pegno, nelle valutazioni di numerosi addetti ai lavori del presente, perché non c’era la tv e i pochi filmati e le immagini che sono pervenute fino a noi sono sbiadite, consunte, segnate dall’incedere del tempo. Paga pegno perché era un calcio di un periodo lontano, intriso di romanticismo, ma anche avvolto nel dilettantismo, dove i calciatori erano onesti lavoratori e non macchine per fare soldi.
Ma la colpa è nostra, non loro. La colpa è di chi dimentica e trascura. Di chi preferisce osservare da lontano. Di chi non entra in profondità. Di chi pensa che lo sport prima di un determinato periodo non meriti abbastanza considerazione e abbastanza rispetto.
SCHEDA TECNICA
- Dimensione: 15X21
- Pagine: 176
- Prezzo: Euro 14,00
- ISBN: 978889914436
- con fotografie
Niccolò Mello (Biella, 1982). Lavora al giornale “il Biellese”, dove scrive principalmente di sanità, sport e cronaca. Tifoso della Sampdoria, la storia del calcio è la sua grande passione: negli anni ha visionato centinaia di vecchie partite. Di recente ha creato il sito www.gameofgoals.it con Jo Araf e il contributo di altri amici. È ospite della “Radio 15 minuti” in qualità di esperto di calcio storico.
Con Bradipolibri ha pubblicato altri tre libri: “Salvate il soldato pallone. Calcio e Seconda guerra mondiale” (2015), “Stelle di David. Come il genio ebraico ha rivoluzionato il calcio” (2019) e “Dalla polvere alla gloria. Come Argentina e Brasile sono diventate regine del calcio” (2021).